Non ho scritto una versione rivisitata della fiaba di Biancaneve, tranquilli. Voglio solo condividere con voi una notizia di qualche tempo fa che, purtroppo, ho scoperto solo adesso. Vi ricordate il polverone di successo alzato da una delle ultime trasposizioni cinematografiche della suddetta fiaba, “Biancaneve e il cacciatore”? Bravi, io no perché mi sono rifiutata di vederlo. Non posso sopportare Kirsten Stewart (e così mi sono giocata tutti i follower amanti di Twilight) e con grande sforzo data la presenza massiccia di Chris Hemsworth nel cast, non l’ho guardato. In ogni caso, sono sicura che voi lo conoscerete sicuramente. Ebbene, pare che dietro il grande successo sia scoppiato anche un caso umano. La produzione ha infatti scelto di impiegare attori di altezza regolare per le parti dei 7 nani, modificandone poi digitalmente la statura durante la fase di post-produzione. Se a questo punto non vi è sovvenuto il fulcro del problema, facciamo insieme una riflessione. Nell’intera produzione cinematografica e televisiva mondiale, quanti personaggi pensate che vengano creati volutamente affetti da nanismo? Uno o due l’anno, se va bene. Ora vedete, un attore o un’attrice affetti da nanismo difficilmente possono ottenere parti pensate per persone di normale statura, perché le dinamiche con il resto del cast influenzerebbero il comportamento del personaggio. Mi spiego meglio: difficilmente potrebbero far avere ad un attore nano una relazione con un’attrice “normale”). Ovviamente produttori, sceneggiatori e registi non vogliono stare a crearsi problemi, per non parlare del fatto che comunque il pubblico prendere sempre la presenza di un nano sullo schermo come una stranezza. Ora, visto che ci sono attori nani e sono anche bravi, e visto che per i motivi suddetti non hanno una vasta gamma di ingaggi tra cui scegliere – gli stessi problemi li affrontano anche in tutti gli altri mestieri, sia ben inteso -, NON dare la parte di un nano…ad un nano è semplicemente assurdo. Sconsiderato. Discriminatorio.
E’ per questo che l’associazione non-profit “Little People of America”, che si occupa di garantire e salvaguardare il diritto alla possibilità di impiego degli individui affetti da nanismo, ha protestato contro la potentissima Universal Pictures minacciando un’azione legale. Nel loro statuto, infatti, l’associazione ha espressamente dichiarato che gli avvocati dovranno occuparsi di garantire l’occupazione a questa specifica categoria di persone «in tutti i possibili ruoli che richiedano tali caratteristiche fisiche». Quale caso più emblematico dei 7 nani di Biancaneve?! Alla protesta si è unito anche il tenace Matt McCarthy, un attore dello spettacolo Beacher Madhouse al Roosevelt Hotel di Hollywood, anche lui affetto da nanismo. McCarthy si è attivato subito dopo l’uscita del film, inviando una lettera al presidente della Universal, Adam Fogelson, con la reale minaccia di una simbolica, ma rumorosa, marcia di oltre cento artisti nani verso gli uffici della casa di produzione. Nella sua rimostranza McCarthy sostiene che scegliere degli attori comuni per un ruolo adatto a un nano «è come reclutare un bianco per la parte di un uomo nero afro-americano, per poi colorarne la pelle in post produzione». Non verrebbe mai fatto perché sarebbe idiota. E questa scelta lo è stata altrettanto, condivido pienamente.
Sono d’accordo soprattutto perché non ce n’è alcun bisogno, dal momento che il panorama artistico americano – e non solo – è ampiamente fornito di attori di bassa statura ma di alto livello e di grande talento. Volete alcuni nomi?
Peter Dinklage, attore di grande interpretazione e carisma che ha partecipato a più di 35 film nel corso della sua brillante carriera, aggiudicandosi un Emmy ed un Satellite Award. Secondo me è anche affascinante e farebbe strage di fan se fosse di statura regolare, ve lo dico io!
Più di 35 anche i film per Martin Klebba, tostissimo attore/stuntman con il fisico da palestrato, la pelata sexy ed un’espressione buffissima. Ha interpretato due volte uno dei nani di Biancaneve, in “Mirror Mirror” del 2012 e nel meno recente “Snow White: The Fairest of Them All” del 2001. Lo ricordiamo anche come Marty nella saga de “I Pirati dei Caraibi” e Nikko del “Grande ePotente Oz” . Come potete vedere QUI, è sposato con una donna di altezza regolare: grazie al cielo non tutti hanno pregiudizi!
Mark Povinelli, anche lui attore molto simpatico che ha lavorato in Mirror Mirror insieme a Klebba e che a me è piaciuto tantissimo nell’interpretazione di Walter in “Water for Elephants” accanto a Robert Pattinson (e con ciò vado alla riconquista dei fan di Twilight).
Non è propriamente affetta da nanismo ma da un’altra sindrome chiamata “sindrome di Turner” la favolosa Linda Hunt, appena venti centimetri sopra i signori prima citati con i suoi 145 centimetri. Che dire della sua carriera…ha vinto un Oscar, basta questo. E nel mio cuore è la grandissima Hettie di NCIS Los Angeles.
Per citare la squallidissima pubblicità ultimamente passata in tv di una collana di libri scritti a block notes (a testa in giù praticamente) di una nota casa editrice, le dimensioni non contano! Per quanto mi riguarda, spero vivamente che la Universal e chi di dovere abbiano dei problemi per le scelte discriminatorie fatte. Come mi auguro che prima o poi si impari almeno a far finta per buona educazione di non distinguere la gente tra “normali” e “strambi”, ma semplicemente tra individui con caratteristiche diverse. Purtroppo non posso pretendere di cambiare il cervello di miliardi di persone, quindi le cose resteranno come sono. Tuttavia è importante che si sappia…così da decidere da che parte stiamo.
A presto dal mio metro e sessantasette.